"EL
LIBRO DE ADAN"
di Carlos del Tilo
Quelli che predicano il rigetto del corpo
perdono anche lo spirito, e dovranno subire nuovamente
l’incarnazione in tenebre ancora più opache.
Louis CATTIAUX, M+R, XXV-49'
(Tela di Louis CATTIAUX)
I saggi che, nel corso dei
tempi, hanno parlato della scienza sacra hanno sempre utilizzato
il linguaggio simbolico, necessario per insegnare una realtà
celata che sfugge naturalmente ai sensi carnali dell’uomo.
L’obiettivo del ricercatore
della Verità perduta consisterà dunque nello sforzarsi di
scoprire a cosa si riferiscono questi simboli. Tra
questi, si incontra spesso quello del libro, i cui
elementi materiali (carta, lettere impresse) non sono
evidentemente che i mezzi che consentono la lettura di una
realtà nascosta.
Non
possiamo non evocare qui la notissima storia del celebre
alchimista Nicola Flamel, raccontata da Louis Figuier.
Una notte dunque, racconta la leggenda,
Nicola Flamel dormiva di un sonno profondo, quando un angelo gli
apparve tenendo in mano un libro di venerabile vetustà e di
magnifica apparenza: “Flamel, gli disse l’angelo, guarda questo
libro, tu non ci capisci niente, né tu, né tanti altri, ma un
giorno tu ci vedrai ciò che nessuno saprebbe vederci”. Ed appena
Flamel tese la mano per ricevere il dono prezioso credendo che
gli fosse offerto, l’angelo ed il libro sparirono
contemporaneamente in una nuvola d’oro.
Tuttavia la predizione celeste tardò
molto a realizzarsi. L’angelo sembrò aver dimenticato la sua
promessa ....[quando] un certo giorno dell’anno 1357, egli
comprò da uno sconosciuto un vecchio libro che riconobbe, alla
prima ispezione, essere quello del suo sogno...
Ne “Il
libro delle figure geroglifiche” Flamel si spiega con
ricchezza di dettagli in merito a questo ritrovamento:
“Non era esattamente di carta o
pergamena, come lo sono gli altri, ma era fatto di cortecce
delicate (a quanto mi parve) di teneri arboscelli ... Sul primo
dei fogli c’era scritto in grosse lettere maiuscole dorate:
Abramo Ebreo, Principe, Prete, Levita, Astrologo e Filosofo”
Giunto
in possesso di questo libro di così gran valore, Flamel si mise
a studiarlo giorno e notte, ma senza poterci capire niente.
Decise allora di rendersi in
pellegrinaggio a San Giacomo di Compostella, al fine di ottenere
la grazia di scoprire, nelle sinagoghe di Spagna, qualche
sapiente ebreo capace di insegnargli la vera interpretazione
delle misteriose figure del libro di Abramo.
Dopo aver ottenuto la
protezione di San Giacomo, nel corso del suo viaggio di ritorno
Flamel incontrò nella città di Leon un medico ebreo chiamato
Mastro Canches, cabalista certo e uomo sapientissimo nelle
sublimi scienze.
Mastro Canches gli spiegò tutti
gli emblemi del libro di Abramo l’ebreo, che conosceva bene,
poiché si trattava dell’opera perduta di uno dei principi della
cabala.
Dopo la morte di Mastro Canches
e grazie a lui Flamel, di ritorno a Parigi, poté infine
realizzare la Grande Opera. Qual è dunque questo misterioso
libro che permise a Flamel di trovare il segreto del magistero
dei saggi?
Si trova una risposta a questa
domanda in un commento dello Zohar
a proposito del versetto seguente:
Questo è il libro delle generazioni di
Adamo, nel giorno in cui Elohim creò Adamo, Elohim lo fece a sua
immagine [...] (Genesi V, 1-2)
Questo
testo dello Zohar mette in evidenza la relazione che
intercorre fra questo libro e l’immagine di Adamo; in lui è
inciso il mistero della saggezza e spiega il Nome sacro.
Il libro dei Proverbi dice riferendosi a
questo nome:
“Il Nome di Adonai
è una torre forte, il giusto vi si rifugia e vi dimora in
sicurezza.” (Proverbi, XVIII-10)
È altresì il libro della rigenerazione
dell’uomo e, contestualmente, il segreto che Elohim rivelò ad
Adamo. Nello Zohar si spiega anche che Dio aveva consegnato
questo libro ad Adamo nel giardino dell’Eden per mezzo
dell’angelo Raziel.
Finché Adamo rimase nell’Eden, lo conservò e lo studiò con molta
attenzione e devozione. Quando però fu espulso dal giardino, a
causa della sua trasgressione al comandamento, il libro si
volatilizzò e scomparve.
L’uomo, disperato, cominciò a
mendicarlo – tale è l’oggetto della ricerca dell’uomo in questo
mondo – e, dietro la sua insistenza, il Santo sia benedetto
permise finalmente che l’angelo Rafael
glielo restituisse. Adamo si mise nuovamente a leggere il libro
e lo trasmise a suo figlio Set, che lo trasmise alla posterità.
In tal modo il libro della rigenerazione giunse ad Abramo, che
seppe, come Enoch, penetrare la gloria del Santo sia benedetto.
Vediamo poi che, grazie al
libro ricevuto dal cielo, Adamo, Abramo o Nicola Flamel
riuscirono a realizzare l’opera della rigenerazione.
Nello Zohar si continua
con quanto di seguito riportato, sempre in relazione al libro in
oggetto, che è precisamente il libro delle generazioni di Adamo:
“Questo è il libro delle generazioni
di Adamo nel giorno in cui Elohim creò Adamo, Elohim lo fece a
sua immagine maschio e femmina. Egli li creò e li benedisse e li
chiamò con il nome di Adamo quando li creò.” (Genesi V, 1-2)
Rabbi Simeon disse: questi due versi
svelano grandi misteri; “Maschio e femmina Egli li creò”: questo
ci insegna che la conoscenza della gloria suprema è il segreto
della testimonianza. Da questo segreto [cioè dell’uomo e della
donna supremi, chiamati cielo e terra]
l’uomo fu creato.
Questo segreto della creazione
dell’uomo sembra consistere, secondo lo Zohar,
nell’unione dei due enti chiamati “maschio (ich) e
femmina (ichah)”. Ambedue uniti costituiscono l’Adamo. Si
tratta dell’Adamo primigenio ed ugualmente dell’uomo rigenerato,
dopo aver sofferto la cacciata dal paradiso conseguente alla
trasgressione; questo è ciò che indica lo Zohar, posto
che, così come abbiamo visto, il libro svanì dalle mani
dell’uomo esiliato; senza dubbio egli riuscì ad ottenerlo
nuovamente grazie alla sua insistenza.
E perché questi due enti sono
chiamati “maschio e femmina”?
Perché cercano sempre di unirsi per amore.
Nello Zohar si spiega che questi due, che nella loro
unione partecipano alla generazione dell’uomo perfetto, non sono
differenti dalla terra e dal cielo.
Vediamo tutto l’interesse di questo
commento che chiarisce il senso del testo biblico, poiché
relaziona la narrazione della creazione del mondo nel primo
capitolo della Genesi, con la creazione dell’uomo.
Osserva che questo segreto designa il cielo
e la terra, e l’Adamo fu creato. In quanto alla creazione del
cielo e della terra, il testo biblico dice: “Queste furono le
generazioni del cielo e della terra quando furono creati”
(Genesi, II-9). In relazione ad Adamo, leggiamo: “Questo
è il Libro delle generazioni di Adamo nel giorno in cui Elohim
creò Adamo” (Genesi, v.1-3). In verità i due
sono equivalenti, significano lo stesso, poiché furono creati in
un solo segreto.
Nello Zohar si insegna chiaramente
che la creazione del cielo e della terra corrisponde con la
creazione di Adamo “maschio e femmina” e non è differente da
questa, e questo libro delle generazioni di Adamo è anche il
libro delle generazioni del cielo e della terra. È lo stesso.
Questo misterioso libro di Adamo, di Set,
di Abramo, di Nicola Flamel e di molti altri saggi, è il cielo e
la terra ed il segreto della sua riunione. Gli ebrei insegnano
che l’effetto della caduta dell’uomo fu precisamente la
separazione del cielo e della terra o di Adamo ed Eva. Non c’è
rigenerazione finché rimangono separati.
Il commento dello Zohar termina
così:
Perciò si comprende che qualsiasi forma
di cui non si incontrano il maschio e la femmina [intendiamo
cielo e terra] non è conforme alla figura suprema [...]. In
qualsiasi luogo in cui il maschio e la femmina non si incontrano
uniti, il Santo sia benedetto non stabilisce in lui la sua
dimora e le benedizioni non ricadono se non nel luogo in cui si
incontrano maschio e femmina. È proprio quanto è scritto: “Ed
Elohim li benedisse e li chiamò con il nome di Adamo nel giorno
in cui li creò” (Genesi, V-2). Osserva che il testo non dice:
“Lo benedisse e lo chiamò con il nome di Adamo”, [questo per
insegnarti] che perfino il [nome] di Adamo non è niente, finché
il maschio e la femmina (la terra ed il cielo) non siano uniti.
Non c’è benedizione senza unione del cielo
con la terra. Sappiamo che il simbolo rituale della benedizione
è il segno della croce.
“Il Libro in cui Dio ha scritto il suo
segreto è il cielo e la terra. Perciò, l’uomo santo e saggio
studia la scienza del Signore nella pace del giardino dell’Eden”;
questa frase, estrapolata da “Il Messaggio Ritrovato”, conferma
esattamente l’insegnamento dello Zohar.
Adamo studia e legge
il libro del cielo e della terra nel giardino dell’Eden. E cosa
c’è scritto in questo libro?
Il segreto del Nome sacro.
Tale segreto è la scienza delle generazioni
del mondo o dell’uomo perfetto.